partecipaGe, una piattaforma di partecipazione

Tenere aperto secondo me vuol dire molte cose.

• La nuova amministrazione e soprattutto i candidati eletti dovranno essere disposti all'ascolto e, da quanto ho letto nelle schede di presentazione, mi sembra che siate in molti ad essere convinti che sia necessaria una maggiore trasparenza nella gestione della cosa pubblica e un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che riguardano la città e i suoi abitanti.
• I cittadini, in numero sempre crescente, dovranno essere disposti a farsi coinvolgere nella partecipazione, alimentando un discorso costruttivo con gli stessi toni civili che ci sono stati fino ad ora.
• Lo "staff" dovrà riorganizzare la piattaforma, mettendo a disposizione nuovi servizi. Si potrebbe per esempio ipotizzare uno spazio per la comunicazione relativa ai problemi o agli eventi dei singoli Municipi, uno spazio per la segnalazione di problemi specifici (il traffico, l'ambiente, il degrado urbano, la "rumenta", le barriere architettoniche, ecc), e molto altro. Lo "staff" al momento è davvero striminzito ma sono sicura che ci sia già qualcuno che sarebbe disposto a darci una mano.
• Bisognerà trovare un modello di sostenibilità economica perché anche con questo dobbiamo fare i conti ed è inutile nasconderlo dicendo che si può fare tutto gratis. Semplicemente non è vero.
• Ovviamente si dovrà anche cambiare nome: comunaligenova2012.it potrebbe trasformarsi in
  - partecipaGe.it
  - partecipaGenova.it
  - GenovaPartecipa.it
  - parlaconGe.it
  - altro?

concordo sul fatto che valga la pena di portare avanti l'esperimento e rafforzare questo strumento. Marina ha messo in luce una serie di punti da affrontare. Aggiungo che accompagnare la formazione delle persone all'utilizzo efficace di questi strumenti di partecipazione potrebbe essere un altro punto impotante, accanto a riprendere esperienze passate del Comune (tipo la piattaforma "Decidi") tanto per non ricominciare sempre da zero e valorizzare quanto già fatto per riprendere cose funzionanti e non rifare errori già fatti ;-)

Paola

un limite grave di "Decidi" era la sua dimensione un tantino pedante. L'idea era a dir poco geniale, una vera agorà telematica dei giorni nostri. Il problema era la quantità di quesiti, alcuni molto specifici, che vennero proposti nel primo tentativo di coinvolgimento. Io armato di buona volontà risposi punto per punto, alla fine nonostante il mio entusiasmo ero esausto. La gente perse in fretta l'interesse. Fu comunque un buon banco di prova visto che niente come il fallimento ci può insegnare come agire, o meglio come non agire. Ne so qualcosa dopo queste elezioni!

Anche io, come Paola, penso che il problema non stia solo nella piattaforma tecnologica utilizzata. La tecnologia è solo uno strumento che può facilitare la partecipazione. Certo se la piattaforma è facile da usare e presenta un'interfaccia gradevole è meglio ma non è tutto.

Credo che si debba trovare il giusto compromesso tra "spinta dal basso" e "sostegno dall'alto". Da una parte i cittadini devono aver voglia di far sentire la loro voce ma dall'altra ci vuole qualcuno che abbia la voglia di ascoltare e che abbia anche la possibilità di prendere delle decisioni. Altrimenti è uno sforzo inutile.

Mi piacerebbe portare in questa discussione i candidati (quelli che hanno vinto e quelli che hanno perso) e spero che non avvenga come al solito che, passato l'effetto "vetrina" pre-elettorale, l'interesse per la partecipazione vada scemando sino al prossimo appuntamento elettorale...

La "spinta dall'alto" esiste sempre in campagna elettorale, basta vedere quante sono state le adesioni al "patto per il software libero". Vedremo se chi vincerà il ballottaggio avrà voglia e possibilità si seguire questa strada.

I gruppi presenti sul territorio che hanno voglia di fare sono molti, ma non costituiscono una rete anche se sono reperibili sulla rete. Sarebbe molto interessante riuscire a metterli in contatto. Servirebbe quindi qualcuno in grado di operare questa regia ed organizzare meglio le forze già disponibili.

Questo si può fare se raccogliendo i vari suggerimenti del fare, si passase anche alla stesura di progetti per dar seguiti ai suggerimenti. Dopo la stesura del progetto, completo di studio di fattibilità e magari un primo abbozzo di individuazione delle risorse (umane, tecniche, econiomiche,....) per realizzarlo si potrebbe cercare chi sarà in grado di attuarlo. Mentre nella prima fase si può anche ricorrere al volontariato, nella fase attuativa si dovrà ricorrere al mercato. In tal modo il volontariato avrà anche creato delle opportunità di impiego locale.

Enrico, non la farei cosi semplice. Non e' scontato che l'amministrazione accetti questo progetto come "canale" tra cittadini e istituzione. Sono anni che il problema non e' piu' tecnico ma culturale. Credo che ci siano margini per fare bene, ma occorre muoversi con cautela :-)